Il fenomeno mindfulness – Lama Jampa Gyatso

 

Oggi si parla molto della meditazione. Esistono molte tradizioni che utilizzano la meditazione per raggiungere uno stato di coscienza particolare. Nella tradizione BuddhaDarma del Buddha Shakiamuni o chiamato “Buddhismo”, viene insegnato come arrivare ad essere consapevoli e senza attaccarsi alla idea della meditazione.

Nel secolo III° dopo Cristo già esistevano testi (sutra) come Anapasati sutra che spiegavano il metodo e tecnica della meditazione. La parola meditazione deriva dalla parola bhavana , che, in Pali, la lingua del Buddha, significa” cultura “o” sviluppo “, cioè cultura mentale o sviluppo mentale. Questa pratica che il Buddha ha trasmesso si sviluppò in differenti lignaggi o scuole passando dall’India, Sry Lanka, Sud Est Asiatico, Asia Meridionale e altre regioni. Altra corrente è il lignaggio mahayana e viene dal Giappone, Cina Corea, Tibet, Mongolia. In tutti questi sistemi l’origine è la meditazione samatha (calma dimorante) e la meditazione vipassana (visione penetrante).
In samatha esistono diverse metodologie di meditazione. In vipassana esiste la meditazione analitica sui fenomeni mente, emozioni e corpo e meditazione sulla natura della mente.
La parola mindfullness si può definire come la mente piena. Ha molti significati ed è utilizzata in Occidente come una tecnica e metodo di meditazione fuori dagli insegnamenti del Buddha (BuddhaDharma).

Per capire veramente la meditazione, secondo il BuddhaDharma, si devono studiare e ricercare le Quattro Nobili Verità, ovvero la causa della sofferenza, la sensazione della sofferenza, il metodo che conduce alla sensazione della sofferenza.

  1. La prima Nobile Verità: la realtà della esistenza della sofferenza (dhukka)
  2. La seconda Nobile Verità: origine della sofferenza e la brama o desiderio (thana)
  3. La terza Nobile Verità: la fine della sofferenza e la estinzione che arriva al Nirvana
  4. La quarta Nobile Verità: la via che conduce al Nirvana o illuminazione

Per capire questi quattro punti non basta leggere, ma occorre arrivare all’esperienza attraverso una ricerca interiore.

Dopo, occorre capire la via di mezzo o chiamata “ottuplice sentiero” che porta alla conoscenza diretta della realtà di corpo e mente e a sviluppare un codice interiore che si trova in tutte le tradizioni del BuddhaDharma.
Per capire bene il BuddhaDharma occorre prendere rifugio o almeno aver compreso che esiste la sofferenza e la causa della sofferenza.

Tutti questi maestri che sono esistititi e esistono nella tradizione del Dharma trasmettono sempre i concetti di rispetto tolleranza e condivisione prima di far entrare nel mondo meditativo.
Il fenomeno Mindfullness è nient’altro che una forma di spiegare un metodo abile che si sta trasformando in business spirituale. Per esempio nella tradizione cinese e giapponese l’arte della consapevolezza e del movimento viene chiamata impropriamente arte marziale. In queste discipline si trasmette la disciplina del corpo, del camminare, del respiro, ma esistono molti metodi che spiegano queste cose: in Tibet c’è il sistema Lou Jong o il Trulkor e in India lo Yoga e ci sono altri sistemi in altre culture.
Poiché siamo in un paradigma scientifico religioso molto dispersivo esiste un problema a livello mondiale quello che le origini della meditazione sono state trascese e la sua natura fraintesa, con il risultato che si cerca la crescita personale e nel quotidiano come leggere un libro in riva al mare.
Quando si parla di meditazione si tende a parlare di sette, religioni e movimenti new age. Al contrario Buddha non voleva realizzare o trasmettere una forma, ma voleva solo sviluppare l’amore e la compassione in tutti gli esseri senzienti. Oggi si studiano tutte le forme del BuddhaDharma con differenti metodologie che hanno creato forme culturali diverse e che in fondo non prescindono dal medesimo insegnamento che è tagliare la sofferenza e l’origine della sofferenza.
La tecnica Mindfullness, come viene venduta, non considera e non spiega, per esempio, la riflessione sul perfetto corpo umano che è molto importante per lo sviluppo della crescita interiore, o che tutto è transitorio e impermanente che è l’antidoto contro la pigrizia e la distrazione della mente per dare un senso a questa vita.
La riflessione del mondo difettoso delle emozioni chiamato Samsahra, ricorda come siamo prigionieri delle nostre emozioni e che generiamo azioni e conseguenze (causa e effetto: Karma) e il Buddha ha insegnato attraverso vari metodi come liberarsi dalle emozioni e dal Karma.
Oggi in questa società tecnologicamente selvaggia senza rispetto per la vita né per la terra si creano costantemente mercati per soddisfare rapidamente l’ego. Si utilizza la parola consapevolezza come bere acqua tutti i giorni.
Il sistema Mindfullness si adatta ad una società che non vuole cambiare e che vuole solo auto ingannarsi perché ha paura di parlare della Meditazione che viene associata erroneamente a qualcosa di mistico o religioso.
La scienza ha dimostrato l’efficacia del metodo insegnato dal Buddha e dobbiamo ricordare che la via interiore non è un corso di fine settimana o dieci giorni, o un anno, ma è la Vita.
Abbiamo una grande opportunità attraverso cui possiamo percepire e scoprire la realtà di noi stessi e degli altri, però se questo lo confondiamo e lo trasformiamo in tecnica senza esperienza, saremo preda della megalomania spirituale.
Per superare gli ostacoli interni per prima cosa dobbiamo imparare a calmare la mente che è simile a una ciotola piena di acqua e sabbia che non fa vedere il fondo quando è agitata, se lasciamo che l’acqua si calmi potremo vedere distintamente la sabbia e l’acqua. Questa è la meditazione insegnata dal Buddha. Poi esistono tante tecniche diverse come le ottantaquattromila emozioni perturbatrici e suoi antidoti che ha trasmesso il Buddha.
Il sistema moderno di meditazione non ricorda l’importanza dello sviluppo della consapevolezza amorevole (mettha) con noi stessi e gli altri. Sviluppare la mente della compassione è quando la mente ha capito la natura della sofferenza e non è percepire sensazioni, immaginare situazioni, colori, esperimenti psicologici o programmare la psiche come una macchina per sentirsi bene. Camminare, dipingere, muoversi, osservare, già esistono negli insegnamenti del Buddha. Creare laboratori, work shop ecc. per persone che sperimentano molte sensazioni di piacere senza aver compreso le Quattro Nobili Verità porta facilmente ad auto ingannarsi.
La vita è molto corta e veramente passiamo la maggior parte del tempo guardando fuori. Quanti fattori di distrazione esistono, esterni interni, incluso l’autoinganno spirituale che è la cosa più facile. Tutti questi professionisti che vendono prodotti come se fossero la panacea della consapevolezza in un mercato pieno di sofferenza, di distrazioni, di insoddisfazioni, può portare a non comprendere la vera natura delle cose come sono.
Oggi nel secolo XXI vogliamo imparare troppo in fretta sistemi che furono creati attraverso l’esperienza, il tempo e la realizzazione. Si parla costantemente dell’evoluzione umana, del benessere spirituale, e in fondo è un autoinganno perché dietro il corpo esistono le emozioni. Molte persone che praticano yoga o tecniche psicologiche hanno una loro visione condivisa o no, ma nell’antichità si diceva: non parlare fai.
Oggi si parla di tutte queste tecniche come se si trattasse di imparare a cucinare un cibo esotico. Personalmente penso che la scienza si è molto evoluta, e per interessi egoici non tutte le persone possono fare un percorso per trovare il benessere senza denaro.
In tutti questi corsi si parla di tante cose ma la realtà è un’altra. Ancora esistono le guerre e la fame solo per interessi economici.
Questa è una riflessione che faccio per le generazioni future: se vogliamo dare un esempio cominciamo a prendere un impegno con noi stessi, con la nostra mente e aiutare la nostra terra che è simile alla nostra mente. Uno dei miei Maestri, M.V. Kalu Rimpoche, diceva “Se non impariamo la rinuncia della sofferenza non possiamo fare nulla per nessuno, ripetiamo solo parole che hanno detto altri”. Un altro Maestro mio, Lama Gangchen Rimpoche, ha detto “Tutti gli effetti collaterali negativi portano conseguenze collaterali negative, è più facile distruggere o manipolare che costruire e stare presente con tutto”.
Investigare la parte della mente e del corpo è simile all’attività di un architetto, la mente disegna e il corpo è il suo linguaggio. (Secolo IX Jetsum Milarepa).
Come possiamo ascoltare da queste parole di questo grande Maestro si capisce che in questa epoca già si comprendeva il funzionamento dall’interno all’esterno. Se vogliamo capire veramente la consapevolezza non dobbiamo auto ingannarci sulla realtà.

I sei punti del grande Yogi Tilopa: non riflettere, non concepire, non pensare, non meditare, non analizzare, permanere in te stesso con la mente.

  1. Non riflettere: si riferisce al pensiero del passato e del presente che costantemente non lasciano vedere la realtà del qui e ora. Dobbiamo evitare questa attitudine.
  2. Non percepire: non applicarsi tanto nei pensieri sul futuro.
  3. Non pensare: stare in allerta con i pensieri sul presente.
  4. Non meditare: non cadere nella idea della meditazione come uno sforzo intellettuale e aggrapparsi ai concetti. Chiarezza e presenza nel momento.
  5. Non analizzare: non farsi troppe domande sulla natura della mente, colori, suoni, forme. Questo confonde la chiarezza.
  6. Permanenza in te stesso: riposare la mente nel suo stato naturale senza distrazioni e vivere il momento presente capendo che gli estremi ti portano alla confusione. Nel momento della meditazione attento al funzionamento dell’intelletto e ai sensi imparando a non aspettare nulla. In questo momento si manifesterà la coscienza chiara non mescolata con i pensieri e potremo utilizzarla per capire la natura delle cose.

Modo di meditazione della tradizione del grande Yogi Milarepa:

  • Sii naturale come un bambino: si riferisce a guardare le cose come se fosse la prima volta con uno sguardo innocente e naturale senza attaccarsi a nulla, similmente al riflesso della luna nell’acqua.
  • Sii come un oceano libero dalle onde: si riferisce alla attitudine del pensiero del passato presente e futuro, non stare nel passato, il presente non esiste nel momento in cui si manifesta e non ti attaccare al futuro perché ancora non è nato. Tieni la tua mente in uno stato presente senza attaccarti a nulla (consapevolezza).
  • Sii come una luminosa candela: significa mantenere l’attenzione totalmente lucida, libera da agitazione, simile allo spazio aperto e luminoso (stato presente).
  • Sii indifferente come un cadavere: non pensare niente a proposito di te stesso né della meditazione non aspettare nulla.
  • Sii stabile come una montagna: significa che non esiste momento per la meditazione, né buoni né cattivi momenti, anche se la montagna sta crollando la tua pratica è più importante. Non sappiamo quanto tempo ci resta.

I versi di questi grandi Maestri trasmettono la consapevolezza senza fare di questo una etichetta, e insegnano come arrivare direttamente all’esperienza.
Con questo piccolo articolo non pretendo di convincere nessuno ne criticare, però non cambiamo la realtà. La Meditazione nel BuddhaDharma è Meditazione.

– Lama Jampa Gyatso –

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