“I veicoli del nostro viaggio interiore sono lo yoga e la meditazione … la guarigione è il processo di ritorno a casa …”
“Uno dei primi saggi che lessi come studente di antropologia fu una relazione di Walter Cannon intitolata Voodoo Death. In essa, il dottor Cannon raccontava di numerosi casi di persone che erano letteralmente spaventate a morte.
La maggior parte di tali descrizioni provenivano dalle culture aborigene del Sud America, dell’Africa, della Nuova Zelanda e dell’Australia e includevano situazioni nelle quali era stato violato un tabù tribale.
Come punizione, il capo guaritore lanciava una maledizione sulla persona, dichiarandola non più appartenente al mondo dei vivi. Da quel momento in avanti l’individuo veniva trattato come un fantasma, completamente ignorato dagli altri membri della tribù. Cannon scrisse che nel giro di qualche giorno o settimana, questi reietti morivano per un collasso circolatorio. Morivano per lo stress di essere isolati e tagliati fuori dalla famiglia e dalla comunità.
Sebbene la nostra cultura esalti il valore del forte individualismo, tutti sentiamo un profondo bisogno di sentirci connessi e parte di un tutto più grande. Quando ci sentiamo isolati e scollegati, anche se è improbabile che ci aspetti una morte così drammatica e repentina come quella descritta in Voodoo Death, probabilmente sperimentiamo dolore emotivo che a lungo andare contribuisce ad ammalarci sia mentalmente che fisicamente.
Dianne Connelly una volta scrisse che “ogni malattia è nostalgia di casa”. Questa visione implica che la guarigione è il processo di ritorno a casa. Casa, ovviamente, non come struttura particolare di mattoni e legna, ma l’essenza centrale del nostro essere. La guarigione è un viaggio interiore nel quale la paura della separazione si arrende alla pace dell’unità.
Il veicolo di questo viaggio interiore è la meditazione, una pratica nella quale il nostro senso dell’io si espande da un contenitore incapsulato in pelle di molecole pensanti all’espressione di un sottostante campo d’intelligenza cosciente. Quando riconosciamo che siamo una manifestazione dell’essere universale, l’alienazione dell’individualismo trova rifugio nella totalità dell’essere.
Il sentiero dalla separazione all’unità è il sentiero dell’amore. Quando meditiamo e sperimentiamo il nostro vero essere, l’ansia della separazione dà luogo alla forza dell’unità, l’invito all’amore, come la terapia di guarigione definitiva.”
(Voodoo Death, David Simon)
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