Volenti o nolenti la ricerca della felicità e dell’amore sono il nostro insostituibile trait d’union alla via spirituale, ossia il legame imprescindibile – nonché la molla propulsiva – che ci sospinge di continuo a investigare, a inseguire e desiderare perfino l’utopia. Tuttavia la “realizzazione” non è negli stati mentali di calma in cui ci s’imbatte nel dominio – negli ambiti – del pensiero.
«Sin da piccoli scopriamo che ottenere l’oggetto dei nostri desideri sembra apportare un senso di felicità. Ma dopo un po’ di tempo, pur possedendo ancora l’oggetto desiderato, la felicità svanisce. Basterebbe un tale fatto per capire che essa non dipende dagli oggetti o dai rapporti personali. Ma noi non facciamo altro che abbandonare l’oggetto di un tempo e sostituirlo con un altro, ripetendo il ciclo nel vano tentativo di assicurarci felicità e amore. Alcuni iniziano a percorrere altre strade spostando l’attenzione sulla spiritualità.
La ricerca spirituale ci porta a scoprire dimensioni nuove e mira a ottenere stati mentali più che oggetti mondani o relazioni, ma poi si scopre che anche gli stati mentali non danno nient’altro che barlumi di pace. Un tale fallimento coincide talvolta con un periodo di crisi, in cui si comprende che quanto desideriamo veramente non si può trovare in alcuno stato corporeo o mentale né in nessuna circostanza terrena. Comincia allora un’indagine profonda sulla natura di noi stessi e sulla felicità. Il nucleo profondo di noi stessi, la presenza consapevole, non è limitato alla nostra persona o alla nostra mente, ma è per sua natura libero, appagato e in pace. Nel riconoscimento diretto della propria vera natura si scopre di essere un tutt’uno con l’universo e l’amore si rivela la base di ogni nostra esperienza.»
[ Rupert Spira, La presenza consapevole ]
– Rupert Spira (amazon)
– Rupert Spira (macrolibrarsi)
– https://en.wikipedia.org/wiki/Rupert_Spira
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