L’osservazione è, di per se, l’incipit della meditazione. Ma noi osserviamo davvero? O ci limitiamo solo a prendere atto di ciò che accade in superfice? Spesso le nostre reazioni rivelano cos’è che si cela nei meandri dell’inconscio.
«Perché attribuiamo all’inconscio un significato e un senso così profondi? Dopo tutto, esso è banale come il conscio. Se la mente cosciente è straordinariamente attiva, guarda, ascolta, vede, allora la mente cosciente diventa di gran lunga più importante dell’inconscio.
In quello stato tutti i contenuti dell’inconscio sono esposti, la divisione tra i diversi strati ha fine. Osservando le vostre reazioni, quando siete in autobus, quando parlate a vostra moglie o a vostro marito, quando scrivete, da soli, nel vostro ufficio, se mai vi trovate da soli, questo intero processo di osservazione, questo atto di vedere (in cui non c’è alcuna divisione come osservatore e osservato) pone fine alla contraddizione.»
– Jiddu Krishnamurti –
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