[La gente] dovrebbe sapere che è dal cervello e solo dal cervello che in noi si originano i piaceri, le gioie, le risa e gli scherzi come anche le pene, i dolori, i lutti e le lacrime. E tramite il cervello, in particolare, che pensiamo, vediamo, sentiamo e distinguiamo il brutto dal bello, il cattivo dal buono, il piacevole dallo spiacevole. […] E sempre il cervello che ci rende pazzi o ci fa delirare, che ci ispira terrori e paure di giorno come di notte, che ci toglie il sonno, ci fa fare errori inopportuni, ci dà ansie senza ragione, ci rende assenti o ci fa agire in modo contrario all’usuale. Quiesti patimenti provengono dal cervello quando non è in buona salute, ma si fa anormalmente caldo o freddo o umido o secco oppure soffre di qualche altra affezione innaturale, alla quale non era abituato. La follia dipende dall’umidità che vi si trova: quando il cervello è più umido della norma non può fare a meno di muoversi, e quando si muove né la vista né l’udito restano fermi ma vediamo e sentiamo ora una cosa ora l’altra, e la lingua parla in accordo con le cose che la persona vede e sente di volta in volta. Finché il cervello è tranquillo, però, l’essere umano può pensare in maniera appropriata.
(Attribuito a Ippocrate – v secolo a.C. – da: Eric Kandel e James Schwarz, Principles of Neurtil Science, 1985)
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