Cari partiti politici, volete sopravvivere? Rilanciate la giustizia sociale. Tuttavia attenzione, siccome il concetto può essere interpretato in tanti modi diversi, ora tento di spiegare in sintesi ciò che ho rilevato in rete. Innanzitutto, la maggior parte delle opinioni negative nei vostri confronti scaturiscono esclusivamente dalla precarietà della propria situazione economica. Mi sembra ovvio che quanto più ci si trovi in difficoltà, cioè senza lavoro, senza risorse, nonché privi della benché minima speranza di rinvenire una soluzione entro breve, tanto più si diventa drastici, ma credetemi, così drastici che …
Ebbene che s’intende per giustizia sociale? Soprattutto un criterio di vera proporzionalità (il termine equità è stato svergognato). Non è possibile – ritengono i più – che nel medesimo ambito sociale convivano individui a risorse zero e soggetti che ricevono emolumenti – derivanti da contratti, impieghi o trattamenti pensionistici – al confronto semplicemente spudorati. Cari partiti politici, l’unica soluzione possibile per seguitare con il tipo di democrazia rappresentativa da voi propugnato è sostenere economicamente i senza-reddito finché non riescano a trovare un qualunque tipo di lavoro. Con quali risorse? Riproporzionando le entrate più elevate. Quindi, come vedete, c’è molto realismo. Ma proprio per questo, in mancanza di un sostegno minimo esteso a tutti i cittadini senza lavoro, non avrete più futuro. Siamo quasi al punto di non ritorno. Dalla stragrande maggioranza delle opinioni che sono riuscito a leggere risulta chiaro che senza il rispetto del diritto ad esistere, la legalità diverrà una chimera: aumenteranno le reazioni scomposte …
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