Ermete Trismegisto-Thot

 

Il dio Thot dagli antichi egizi era considerato il padre di tutto il sapere. Esso era infatti il dio della scrittura e della sapienza.
Essendo il depositario del sapere, tutte le conoscenze antiche erano attribuite a lui. Gli egizi ammettevano che tutto quello che sapevano gli fosse stato trasmesso da alcuni dei venuti da lontano e che essi gli avessero lasciato anche importanti monumenti all’interno della terra d’Egitto: la costruzione delle piramidi di Ghiza infatti era attribuita dagli egizi allo stesso dio Thot.
Quando gli antichi greci arrivarono in Egitto vollero assimilare tutte le loro tradizioni con quelle degli egizi, chiamarono cosi gli dei egizi con il nome del loro corrispondente greco, anche a Thot venne attribuito il nome dell’equivalente dio greco della sapienza e della scrittura: Ermete e, visto che gli egizi gli attribuivano una tale importanza vollero attribuirgli l’appellativo di Trismegisto, ovvero il tre volte grande.
Secondo quanto scritto nei testi delle piramidi il dio Thot aveva nascosto all’interno della piana di Ghiza i famosi “Libri della conoscenza”: dei testi all’interno dei quali era contenuto tutto il sapere umano; il come e il perché noi come esseri umani siamo arrivati sulla terra; e un messaggio del Dio supremo.
Per tutti questi motivi nell’antichità si attribuiva a Thot e ad Ermete Trismegisto una grandissima importanza e ad essi era attribuita anche la nascita di tutte le religioni; si pensa infatti che il pensiero di Ermete abbia influenzato tutti i più grandi filosofi del passato e moltissimi testi religiosi.

Purtroppo i libri della conoscenza del dio Thot, se mai fossero esistiti, non sono stati ancora trovati e gli scritti che sono arrivati ai giorni nostri di Ermete Trismegisto (il Corpus ermeticum e l’Asclepio) sono stati riconosciuti falsi: nello stile infatti risultano essere un opera risalente al periodo tardo ellenico. E’ possibile però che queste opere, che tanta influenza hanno avuto nel mondo antico si ispirassero direttamente, in un modo che non possiamo conoscere, a quegli antichi insegnamenti che si diceva essere opera del dio Thot.
Il pensiero di Ermete Trismegisto, da quello che sappiamo tramite il Corpus Ermeticum, si puà riassumere così:
Ogni cosa ha un anima e quest’anima è parte di Dio, tutto il creato infatti è costituito di un unica sostanza, quella sostanza non è altro che l’intelletto divino che attraverso i nostri sensi può assumere tutte le forme che conosciamo. Noi uomini inoltre, essendo parte di tutto ed essendo dotati dell’anima divina siamo noi stessi Dio e siamo parte della creazione. Con il pensiero quindi possiamo creare e continuamente lo facciamo, ogni cosa.
Dio quindi non è un essere distinto e separato da noi ma una parte di noi, per meglio dire noi, come uomini facciamo parte dell’anima divina che raccoglie in sé anche tutto l’universo. Noi quindi, come tutte le cose, siamo parte di Dio, Dio è in tutte le cose ed è l’insieme di tutto ciò che esiste.
Una grande importanza era attribuita poi alla meditazione, attraverso la quale, secondo Ermete, si poteva raggiungere l’unione con il creatore.
Di seguito un brano del Corpus Ermeticum che illustra bene il suo pensiero.

Vedi quanta potenza, quale velocità, possiedi? E se tu puoi tutto questo, non lo può forse Dio?
Così tu devi pensare Dio: tutto ciò che esiste egli lo contiene in sé stesso come oggetto di pensiero, il mondo, sé stesso, il tutto. Se dunque tu non ti rendi uguale a Dio, non puoi comprenderlo; poiché il simile è intellegibile solo al simile. Ingrandisci te stesso fino a raggiungere la grandezza senza misura, liberandoti da ogni corpo; elevati al di sopra di ogni tempo divieni l’eternità: allora comprenderai Dio. Una volta convinto che per te non vi è niente di impossibile, stima te stesso immortale e capace di comprendere tutto: ogni arte, ogni scienza, l’intima natura di ogni essere vivente. Sali più in alto di ogni altezza, scendi più in basso di ogni profondità. Riunisci in te stesso le sensazioni di tutti gli elementi creati, del fuoco, dell’acqua, dell’aridità e dell’umidità, immaginando di essere ugualmente in ogni luogo, nella terra, nel mare, nel cielo, immaginando di non essere ancora nato, di essere nel ventre della madre, di essere giovane, di essere vecchio, di essere morto, di essere quello che sarai dopo la morte, Se tu comprendi tutte queste cose insieme: tempi, luoghi, sostanze, qualità, quantità, tu puoi comprendere Dio.
Se tu invece trattieni la tua anima prigioniera del corpo, la diminuisci e affermi: “io non comprendo niente, io non posso niente (…) che cosa hai a che fare allora con Dio?

All’idea che tutto il creato fosse costituito da un unica sostanza si deve la nascita dell’alchimia. Gli alchimisti infatti ritenevano di poter di poter trasformare qualunque cosa, di arrivare alla vita eterna, di sconfiggere le malattie e di superare tutti i bisogni. Il termine alchimia deriva da Al chemi che significa, magia egizia (nell’antichità l’Egitto era chiamato Chemi).
Gli scritti di Ermete Trismegisto poi anno influenzato in maniera massiccia tutta l’arte del rinascimento Italiano, erano infatti materia di insegnamento, tra le più importanti, alla corte dei Medici di Firenze.
Quando si è alle prese con questo sapere si ha l’impressione di avere a che fare con una saggezza immensa, qualcosa, davvero, di sovrannaturale ed è incredibile quanti punti di contatto esso abbia con le ultime scoperte della scienza, in particolare la fisica quantistica dove si è scoperto che la materia è costituita tutta da un unica particella la quale non è composta altro che da energia, energia che è direttamente connessa con la nostra coscienza. Con il pensiero quindi influenziamo quello che fa parte della nostra esperienza di vita e, secondo il principio di indeterminazione di Heisemberg non si può osservare un fenomeno senza influenzarlo.

Per saperne di più lo-specchio-del-pensiero.it

È il pensiero la fonte di tutto l’esistente.
E d’infinito amore e d’immensa fede è la mano del creatore.
Come sopra così sotto, come dentro così fuori
Quando nel tutto troverai l’uno sarà il tempo dei miracoli.
(…) L’essenza dell’uomo fluisce al di fuori del suo mondo esteriore
è il connettersi all’energia dell’universo
è il congiungersi allo scopo supremo
l’uomo sperimenterà l’essenza dell’essere suo
soltanto nell’unirsi all’energia universale.
Da “Lo specchio del pensiero”.

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