I templi greci di guarigione

 

Nei templi dei sogni spesso il sognatore presentava un sogno cifrato ai sacerdoti che lo decodificavano. Ed è stupefacente vedere con quanta abilità erano capaci di farlo, tanto che Freud si basò proprio su queste interpretazioni.

Il sogno poteva essere diagnostico e contenere indicazioni terapeutiche. Le terapie greche del tempo erano molto ridotte: fave per la stitichezza, decotti, cataplasmi, tisane, polentine, suffumigi, tutto a base di erbe, ma qualche volta la terapia prescritta dai sacerdoti era crudele e molto sottile: bagni gelati nel fiume, corse a piedi scalzi sul ghiaccio, amputazioni … In realtà oggi sappiamo che alcune nostre malattie sono tentativi di espiare colpe inconsce, e questi atti apparentemente crudeli forse soddisfacevano un desiderio profondo di espiazione e purificazione purificando la malattia dalle sue cause inconsce.

A volte la farmacopea era a carattere magico: veleno di serpente (lachesis, Lachesis è il nome di un farmaco omeopatico per la menopausa), cenere sacra dell’altare (che ricorda la Vibuti indiana), sangue di gallo bianco da spalmare sugli occhi (come nei riti vudù) ecc.

E sembra che l’autosuggestione operasse miracoli: ciechi che riacquistavano la vista, paralitici che camminavano, donne sterili che generavano gemelli. Negli ex voto rimasti abbiamo i resoconti di 70 guarigioni miracolose (le guarigioni accertate a Lourdes sono 67).

Chi era miracolato lasciava un ex voto, più o meno come accade oggi, e in molti santuari era facile trovare raccolte di tavolette anche in argento, rappresentanti piedi, gambe, braccia, occhi ecc. e con iscrizioni che narravano il fatto miracoloso. L’argento, simbolicamente è il metallo della Luna, la dea Madre, è simbolo della purezza e della guarigione (I Kirghisi costringono l’epilettico a guardare fissamente il guaritore che forgia lentamente un cono d’argento. L’operazione è ipnotica e lo calma).

Un’iscrizione parla di un cieco che “ebbe una visione nel sogno: gli pareva che il dio si avvicinasse a lui, gli aprisse gli occhi con le dita e che egli stesso cominciasse a vedere gli alberi del santuario. Quando si fece giorno era perfettamente guarito.”

La fede è un farmaco come altri, e a volte più grande. Questo caso è divertente: “Ereo di Mitilene non aveva capelli in testa, ma era villosissimo in tutte le parti del corpo, specie nella barba. Vergognandosi degli atti di scherno di cui era spesso oggetto, andò a dormire nel tempio. Il dio gli frizionò la testa con un unguento e gli spuntarono i capelli!“

Nemmeno Cesare Ragazzi avrebbe fatto di meglio! É simpatico questo dio parrucchiere!

Asclepio guariva ciechi, paralitici e storpi. Mandava anche prescrizioni e ricette, attraverso sogni, che i sacerdoti decodificavano, oppure il dio imponeva in sogno le mani sul fedele e lo guariva direttamente (nell’induismo si ritiene che nel palmo delle mani ci sia il principale chakra o punto energetico della guarigione; chakra minori di guarigione sarebbero nei polpastrelli; in particolare la mano destra dà energia buona, la mano sinistra toglie energia cattiva e le due mani devono lavorare in sinergia applicandosi sulla stessa zona per creare un circuito energetico).

Il santuario era divertente e rilassante, c’erano feste, gare sportive e artistiche, teatro … tutto faceva parte della terapia. Se il malato non guariva, almeno si divertiva e tornava a casa con qualche ricetta dopo aver passato un periodo piacevole di distrazione. …

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