Steve Jobs si è reincarnato in un guerriero-filosofo. Vive in un palazzo di vetro sospeso sopra a Cupertino, dalle forme geometriche che ricordano quelle di un Apple Store, ed è servito da venti aiutanti che somigliano agli impiegati dei negozi della mela. Ad affermarlo, a quasi un anno dalla scomparsa del pioniere dell’informatica morto il 5 ottobre 2011, è il monaco buddista thailandese Phra Chaibul Dhammajayo, capo spirituale del tempio Wat Phra Dhammakaya, a nord di Bangkok.
Interrogato dopo la morte di Jobs dall’ingegnere informatico americano Tony Tseung, il capo della comunità Dhammakaya si è finalmente espresso sulle sorti ultraterrene dell’ex co-fondatore di Apple. In uno degli ultimi sermoni seguiti da centinaia di fedeli, Phra Chaibul ha affermato:
“Dopo la morte Steve Jobs si è reincarnato in un essere divino con conoscenze speciali e un interesse particolare per la scienza e le arti”.
Numerose le critiche ricevute dalla comunità internazionale e dai tanti fan di Jobs secondo i quali il monaco sarebbe in cerca di pubblicità e fondi per il suo tempio.
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