Le storielle – o i racconti zen – sono una sorta di artificio semantico per comunicare – in guisa del tutto sintetica – la realtà che soggiace alla tematica escogitata dal nobile insegnante di turno – sempre un maestro zen – per condividere un tenue barlume d’inesprimibile … Ebbene, avete compreso? Sono certo di no! Non avrebbe potuto essere altrimenti, d’altra parte è proprio ciò a cui stavo mirando. Buona lettura …
«Il maestro Pai-chang voleva scegliere un monaco cui affidare l’incarico di aprire un nuovo monastero. Convoco’ i suoi discepoli, pose una brocca sul pavimento e disse loro: “Scegliero’ chi sapra’ descrivere questa brocca senza nominarla”.
“E’ un vaso di forma rotondeggiante, con un manico e un becco” rispose il piu’ colto dei suoi allievi. “E’ un recipiente di colore grigio e serve per contenere acqua o altri liquidi” disse un altro. “Non e’ uno zoccolo” intervenne un terzo piu’ spiritosamente.
Gli altri monaci non dissero nulla, perché erano convinti di non poter escogitare definizioni migliori. “Non c’e’ nessun altro?” domando’ il maestro.
Allora si alzo’ Kuei-shan, che nel monastero era un semplice inserviente. Egli prese la brocca in mano e la mosto’ a tutti senza dire nulla. Pai-chang dichiaro’: “Kuei-shan sara’ l’abate del nuovo monastero”.»
– ZEN –
– Cultura Zen – (macrolibrarsi)
– Tutto Zen (amazon)
0 commenti