Cos’è che cambia davvero quando si percorre sino in fondo la via? In questo breve racconto zen un bell’esempio di come la consapevolezza non coltivi esclusivamente gli ambiti del pensiero, ma coinvolga soprattutto il cuore. Solo alla fine del percorso ci si rende conto di quanto via e vetta, ossia realizzazione, coincidano.
«In Giappone, un samurai, dopo essersi tormentato a lungo, abbandono’ il suo maestro. Secondo il codice dei guerrieri, quest’azione era altamente disonorevole, ma lui sentiva di avere una vocazione per la vita zen. Trascorse anni in un monastero di montagna, e poi ando’ in pellegrinaggio. Poco dopo incontro’ un samurai a cavallo, che lo riconobbe.
Il guerriero fece per colpire il monaco, ma poi decise di non voler disonorare la sua spada, e gli manifestò, con un gesto estremamente offensivo, tutto il suo disgusto. Il monaco penso’ a come avrebbe reagito anni prima a un insulto del genere. Commosso, si volto’ verso la montagna dove si era formato, s’inchino’ e disse:
“La montagna è la montagna, e la via è la stessa anche se si è vecchi. In realtà, quello che è cambiato è il mio cuore”.»
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